La "nostra" Via del Sale
"3 giorni per fare la via del sale?! un mio amico l'anno scorso l'ha fatta in 2 giorni!!!11!"
"non serve l'ebike bisogna PE-DA-LA-RE !"
"attenzione che sul treno che torna a Limone si possono caricare al massimo 2 bici"
...
potrei andare avanti per qualche pagina, questi sono solo alcuni dei messaggi / commenti / consigli che ci arrivano da quando abbiamo a catalogo il tour in ebike di 3 giorni sulla via del sale da Limone Piemonte a Ventimiglia (in 2 versioni: una unpo'piùeasy e una un po'menoeasy )
In effetti a ben guardare sono tutte osservazioni che ci stanno, visto che non esiste una "Via del Sale ®" (ogni luogo, regione, aveva una rete di sentieri per trasportare le merci verso il mare, e da qui fare ritorno con il carico di sale), ognuno la può interpretare come gli è più congeniale.
I vecchi percorsi, specialmente quelli usati dai contrabbandieri, passavano per lo più in cresta, per evitare appunto i controlli e le dogane, e venivano percorsi a piedi o utilizzando i muli.
Verso la fine dell’800, vennero costruite nuove strade “carrozzabili”, più larghe e percorribili con i "cartùn" (carri trainati da cavalli), lungo le quali iniziarono a sorgere punti di ristoro, per uomini e cavalli.
Nel corso dell'ultimo secolo le vie del sale sono state abbandonate dai commercianti (e dai contrabbandieri) per diventare meta di appassionati escursionisti, ciclisti, motociclisti.
Quella che collega Limone Piemonte a Ventimiglia è una di queste, forse la più conosciuta e una delle più frequentate dagli appassionati, ricca di fascino per la sua storia e per i panorami che regala.
Quando si parla di 'Via del Sale' oggi si intende di solito questo percorso, ed è (anche) per questo che abbiamo scelto questo itinerario.
LA VIA DEL SALE DI GIROOLA
Ma anche concentrandoci sulla "
- c'è chi la fa in fuoristrada 4x4
- c'è chi la fa con la 500x con le ruote da 18" /40 e si meraviglia di aver squarciato un copertone ("...e adesso come faccio a tornare indietro con il ruotino?")
- c'è chi la fa con una piccola moto da enduro 2t
- c'è chi la fa con il GS1200 e a causa delle vibrazioni ha perso per strada il parabrezza
(tutte queste categorie qui sopra possono accedere - a numero contingentato - pagando un pedaggio)
poi,
- c'è chi la fa a piedi
- c'è chi la fa a cavallo
- e poi c'è chi la fa in bici, e qui:
- c'è chi la fa con la MTB front e le ruote da 26" e la tripla davanti
- c'è chi la fa con una MTB da DH e col casco integrale
- c'è chi la fa con una gravel con solo uno zainetto a spalle
- c'è chi la fa con zaino, tenda, 3 borse e 4 borracce e 2 pentole attaccate alla bici
e, per ognuno di questi
- c'è chi la fa in 2 giorni tutta su sterrato
- c'è chi la fa in 1 giorno, togliendo tutta la salita da Limone al colle di Tenda, e scendendo dal colle Melosa su asfalto
- c'è chi la fa andata e ritorno, in 3-4 giorni
- ...
- e poi ci siamo noi, che la facciamo in 3 giorni, e con le e-bike ("non vale!! troppo facile col motore!!!1!")
3 GIORNI
La prima volta che l'ho fatta, con i miei amici Luca e Paolo, dopo esserci abbondantemente documentati (io) sulle diverse varianti e possibilità, abbiamo optato (sempre io) per farla tutta (compresa la salita su asfalto da Limone al colle di Tenda), in 2 giorni, scendendo poi dalla parte più "difficile".
Ed è stato un weekend bellissimo, una faticaccia tremenda (fatta con la mtb "normale" - senza motore), con sole, vento, pioggia, temporale, grandine, freddo-freddo, caldo-caldo, e tanta birra per reintegrare i sali minerali. E paesaggi meravigliosi. E l'arrivo al mare senza nemmeno la forza e la voglia di fare il bagno, prima di rientrare a Limone con il treno.
Forte di questa prima esperienza, ci siamo interrogati e abbiamo discusso parecchio su quale dovesse essere la "nostra" via del sale. E ancora non abbiamo finito... lavorare con Paola non è per niente facile, non è mai contenta! :)
Alla fine abbiamo deciso di farla in e-bike, e di metterci 3 giorni.
Aspetta-aspetta-aspetta...?
la facciamo in 2 giorni con la MTB "normale" e con le ebike, che dovrebbe essere più facile, ce ne mettiamo 3?
...
Eh sì.
Un po' perché... (la conoscete la storiella del vecchio che piantava il tamarindo?) :)
Ma, soprattutto, perché:
- la parte di "salita" che noi facciamo nei primi due giorni, fino al Colle Melosa, dal punto di vista paesaggistico è davvero spettacolare e interessante, e ci piace un sacco. E abbiamo inserito alcune aggiunte-varianti che la rendono ancora più bella, come il passaggio al Forte Tabourde il primo giorno e il Monte Saccarello (il più alto della Liguria) e al Cristo Redentore, e le caserme di Marta il secondo giorno. Tutte queste varianti aumentano i km, il dislivello, ma soprattutto le cose belle che ci porteremo a casa e che ci ricorderemo di questo viaggio
- arrivare più freschi, prenderci una birra insieme, chiacchierare, godersi la montagna e la compagnia, è un modo di viaggiare che noi preferiamo rispetto a fare tutto di corsa e crollare esausti a fine giornata (de gustibus...)
- con l'ebike bisogna anche considerare che non tutti hanno bici uguali, batterie uguali, e non tutti pedalano utilizzando lo stesso livello di assistenza, per cui pianificare tappe di 70-80km con 2.500m d+, semplicemente farebbe sì che la maggio parte di noi, me compreso, si ritrovi a dover poi pedalare, da scarica, 30kg di bici + bagaglio, su strade militari, sterrate, con pendenze anche oltre il 10%
- ma soprattutto per la storia del tamarindo
TORAGGIO O DOLCEACQUA?
Detto questo, rimanevano 2 scelte:
- come "scendere" fino a Ventimiglia?
- come tornare poi a Limone?
Per la parte di discesa, quest'anno avevamo deciso di fare gruppo unico fino al colle Melosa (fine del 2° giorno) e di decidere ciascuno che tipo di percorso affrontare nell'ultimo giorno:
- il monte Toraggio, con il suo single track impegnativo e un po' pericoloso. Molto panoramico e suggestivo, ha un fondo irregolare, con alcuni ostacoli da superare scendendo di sella e con diversi passaggi esposti (non protetti a valle), che in caso di perdita di equilibrio, con possibile conseguente caduta, possono essere pericolosi.
Anche MOLTO pericolosi.
Si tratta a tutti gli effetti di un sentiero di montagna, normalmente percorso a piedi, che deve quindi essere affrontato con la dovuta attenzione e con una piena padronanza della bici. In termini ancora più chiari, e senza voler spaventare nessuno, in questo tratto una caduta dalla bici può comportare di "volare giù" per decine di metri, con conseguenze che potete immaginare e che chi va in montagna è opportuno tenga sempre in considerazione.
Terminato questo tratto, lungo in tutto una decina di km, la strada si "allarga", ma rimane comunque fisicamente impegnativa fino a Ventimiglia, anche se quasi tutta in discesa rimane con il fondo molto "scassato".
Una volta raggiunto il mare - solitamente si arriva attorno alle 16:00 - rimane il tempo per un tuffo in mare, o per una birra fresca, oppure per tutti e due, prima di raggiungere la stazione, caricare le bici in treno e tornare al punto di partenza. - chi non se la sente, o semplicemente non ne ha voglia, o ancora quel giorno aveva proprio voglia di visitare qualche bel paesino, sceglie una discesa più tranquilla, che passa dagli abitati di Pigna, Isolabona, Apricale e Dolceacqua. Questi centri, davvero belli e caratteristici, vengono attraversati dalla strada che seguiamo, alternando asfalto (per la maggior parte) a qualche tratto sterrato. Anche in questa configurazione, una volta raggiunto il mare (solitamente si arriva attorno alle 14:00), rimane il tempo per un tuffo in mare, o per una birra fresca, oppure per tutti e due, prima di raggiungere la stazione, caricare le bici in treno e tornare al punto di partenza.
TRENO O NAVETTA?
Ultima scelta: Treno o Navetta?
Come vi dicevo, la prima volta alla fine ero così stanco che avrei accettato anche di dormire nel corridoio in mezzo ai sedili. E invece poi non ce l'ho fatta a dormire, e per fortuna, perché ho capito che questa cosa del ritorno in treno è parte integrante (ed importante) dell' "esperienza via del sale": dopo la fase di tensione al momento di caricare tutte le bici - a volte sono davvero tante da sistemare in 2 carrozze - si prende posto dove rimane (prima le bici, poi se avanza...)
Nelle 2 ore di viaggio, su un percorso molto particolare, panoramico ed interessante anche da fare in treno, si ripercorrono i momenti più belli con i compagni di viaggio, si condivide l'esperienza con altri bikers, che magari hanno fatto una strada diversa, o che la faranno nei prossimi 2-3 giorni, o si parla con gli altri viaggiatori provando a spiegare perché ci piace fare queste cose strane, anziché passare 3 giorni in spiaggia sulla sdraio.
Oppure si appoggia la testa al finestrino e si dorme un po' :)
Questa è, per noi, la "nostra via del sale".
Ce ne sono altre, molte, più facili, più difficili, più corte, più lunghe, più...
Ma questa, a me, è quella che piace di più.
Anzi, mi piacciono tutte e 2 le versioni, e infatti per la prossima stagione ho convinto Paola a metterle a calendario tutte e 2:
quella che passa attorno al monte Toraggio: https://www.giroola.com/it/tours/tour-mountain-bike/la-del-sale-ebike-3-giorni-sui-sentieri-delle-alpi-marittime
e quella che passa da Dolceacqua: https://www.giroola.com/it/tours/tour-ebike-e-mountain-bike/la-del-sale-ebike-3-giorni-sui-sentieri-dalle-alpi-al-mare
...e voi? quale preferite?
Postilla: chi pianta tamarindi non raccoglie tamarindi
C’è un vecchio detto che recita “chi pianta tamarindi non raccoglie tamarindi”.
Questo perché quest’albero impiega dagli 80 ai 90 anni per dare i suoi frutti per la prima volta.
Una volta un giovane ragazzo incontrò un vecchio e saggio coltivatore di tamarindi e gli chiese: "Vecchio, perché pianti i tamarindi se sai già che non potrai raccoglierli mai?"
Allora il vecchio e saggio nonno posò gli attrezzi, chiese al ragazzo di sedersi accanto a lui, si accese la pipa e diede tre lunghe boccate. Dopodiché pronunciò queste sagge parole: "Giovane ragazzo, devi sapere che il terreno è mio e ci faccio un po' il cazzo che mi pare!"
Il giovane ragazzo, che era intelligente, capì il grande insegnamento
:)